La storia del denaro

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L'età della pietra è l'epoca del baratto, cioè dello scambio dei beni. Un misurino dei cetrioli veniva scambiato per quattro misurini di orzo. Per quanto riguarda quest'ultimo, era sufficiente seminarlo e raccoglierlo, mentre i cetrioli venivano seminati uno alla volta, per poi essere annaffiati e raccolti, ciascuno separatamente, motivo per cui il loro valore era quattro volte più alto, perché la loro lavorazione era più lunga e complessa. Per avere una buona lancia di pietra, prima bisognava trovare una pietra che fosse adeguata e dura, in seguito ci fu la fase della modellazione e la ricerca di un'asta di legno adatta per legare la punta e alla fine bisognava mettere tutto questo insieme. Per una buona lancia si potevano ottenere persino sei galline. All'incirca era questo il rapporto tra il lavoro impiegato per la produzione, ossia il suo prezzo che si basa esclusivamente sul tempo impiegato per produrre un certo prodotto. Sicuramente bisogna includere anche altri parametri, ossia la domanda e l'offerta, le conoscenze necessarie e la qualifica di coloro che lavorano su tali beni. Comunque, la base di tutto ciò è il tempo investito.

Le monete

Età del metallo. La razza umana ha scoperto i metalli e con questa scoperta si sono notevolmente allargati i lavori svolti dagli uomini e i beni disponibili per gli scambi, cioè i beni per il commercio. Le persone hanno iniziato ad allontanarsi sempre più dalle loro abitazioni e questo ha notevolmente complicato l'uso del baratto. Spostare dall'Europa alla Cina un branco di pecore per far si che fossero scambiate per delle bacche di seta, era impensabile e impraticabile. Così qualcuno ha inventato una prima forma di denaro, la moneta. Le monete erano d'oro, argento e bronzo e logicamente avevano un loro valore intrinseco in quanto si trattava di metalli pregiati, costosi. Per una pecora bisognava pagare una moneta d'oro perché il tempo perso per trovare l'oro, per la sua estrazione, fusione e la colatura nelle monete, richiedeva all'incirca lo stesso tempo che si impiegava per far crescere una pecora. Il valore veniva scambiato ancora direttamente con altro valore.

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Le banconote

La civiltà umana continuava a svilupparsi, i mezzi per il lavoro diventavano sempre più avanzati, la quantità e la qualità delle merci sempre più diversificata, e il volume di commercio ogni giorno più alto. Portare con se uno scrigno contenente l'oro oppure l'argento per effettuare gli scambi con altre merci, fisicamente diventava problematico, per il peso ma anche per la sicurezza. E così nascono le prime banconote. In Svezia, all'inizio del diciassettesimo secolo, i pagamenti erano basati sulle monete di rame, in quanto non possedevano l'oro e l'argento. Le grosse monete erano fatte dalle piastre quadrate di cinquanta centimetri sulle quali veniva pressato il loro valore. Vista la loro grandezza e peso, il loro uso era molto scomodo. Così la Svezia è stata il primo stato europeo che ha iniziato a rilasciare le banconote; correva l'anno 1661. In seguito si sono aggiunti altri stati. Queste banconote in pratica non avevano alcun valore, ma per le stesse, in banca si poteva ottenere la corrispondente quantità di metalli di valore, nella maggior parte di casi, si trattava dell'oro. In questo modo le banconote avevano una copertura per il proprio valore e spesso tale garanzia, di scambio con monete d'oro, era esplicitamente espressa sulle stesse banconote.

Biglietto di stato, cioè banconota di 5 lire del 1882, con la rappresentazione di Umberto I

Qui sopra è riportato il biglietto di stato, siccome le banconote erano ufficialmente chiamate a quei tempi, di 5 lire, stampato nel 1882, che rappresenta il Re Umberto I. Era la prima banconota italiana. La banconota porta la scritta "a corso legale, convertibile, al portatore e a vista, in moneta metallica".

Lo standard d'oro

E' l'estate del 1944. Il mondo è ancora alle prese con la seconda guerra mondiale, anche se incomincia ad intravedersi la sua fine. L'Europa è dilaniata, la sua economia è in ginocchio, le riserve d'oro dei molti paesi sono state derubate e alcune di queste nazioni non possiedono neanche una propria valuta, come per esempio l'Italia. In una cittadina americana fino a quel momento sconosciuta, Bretton Woods, il mondo ha costruito le basi del suo nuovo sistema monetario. Tutte le valute sono convertibili in dollaro, l'unico ad avere una copertura in oro. Così il dollaro è diventato la più importante valuta mondiale, una garanzia per tutte le altre. Chi possedeva per esempio 1000 marchi tedeschi poteva cambiarli in dollari e a sua volta cambiarli in oro. All'epoca, un'oncia d'oro (28 grammi) valeva 35 dollari. Almeno in teoria esisteva ancora il vero valore del denaro.

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Il denaro senza valore

All'inizio degli anni Settanta del secolo scorso, OPEC, l'organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, composta per lo più dai paesi Arabi del Medio Oriente, ha triplicato il prezzo del petrolio e con questo ha causato una crisi economica mondiale. Come risposta a tali eventi, gli Americani hanno iniziato a stampare denaro senza copertura, chiamato petrodollari. L'OPEC ha richiesto che tale denaro venisse trasformato in oro, secondo quanto stabilito dagli accordi di Bretton Woods, ma il problema consisteva nel fatto che gli Stati Uniti semplicemente non ne avevano. Il presidente americano Nixon non aveva altra scelta che abbandonare gli accordi stipulati a Bretton Woods, ossia lo standard d'oro. Ad agosto del 1971 il decreto dell'abbandono era diventato ufficiale e con esso è stata praticamente proclamata la bancarotta della nazione. Il dollaro ha avuto una forte svalutazione, ma il mondo continuava a girare come prima. Le banconote non avevano più il loro controvalore equivalente e il loro valore era soltanto virtuale, basato su una convenzione riconosciuta da tutti.

Per motivi sopra descritti, il mercato Forex dell'epoca fu sospeso più volte durante il 1972 e il 1973. Si considera che il Forex moderno, come è conosciuto oggi, è stato creato nel 1973, l'anno in cui fu quasi del tutto liberalizzato.